Cous Cous Fest, Il Senegal si aggiudica in Sicilia il Campionato del Mondo

La premiazione di Mareme Cisse
foto da Cous Cous Fest

Gli chef provenienti da quattro diversi continenti si sono sfidati a San Vito Lo Capo nel preparare questo piatto dalle origini antiche che unisce molti popoli del Mediterraneo

SAN VITO LO CAPO (TRAPANI). È il Senegal ad aggiudicarsi la vittoria del XXII Campionato del mondo del cous cous che si è concluso ieri a San Vito Lo Capo (Trapani). Un evento unico nel suo genere, una competizione internazionale dedicata all’integrazione culturale che quest’anno ha visto partecipare, oltre al paese vincitore, anche Israele, Italia, Marocco, Palestina, Stati Uniti, Tunisia e, per la prima volta, il team dell’Unhcr, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati. Per tre giorni gli chef provenienti da quattro diversi continenti si sono sfidati nel preparare questo piatto dalle origini antiche che unisce molti popoli del Mediterraneo e che ha visto salire sul gradino più alto del podio Mareme Cisse, senegalese di Dakar, in Italia da quindici anni.

Il suo Cous cous Falilou (il cui nome rende omaggio al figlio maggiore) è stato il più apprezzato dalla giuria tecnica presieduta da Enzo e Paolo Vizzari proprio per semplicità e immediatezza dei gusti: un cous cous con tartare dell’orto, mango e polpo iohos, marinato e lessato secondo tradizione, servito su crema di carote e zenzero con erbette e spezie di Salamba. Mareme Cisse lavora al ristorante Ginger People&Food della cooperativa sociale Al Kharub di Agrigento con cui è molto impegnata in favore dell’inserimento lavorativo di donne e ragazzi stranieri rifugiati o in condizione di fragilità sociale. La cucina che propone rivisita la tradizione dell’Africa occidentale e quella siciliana, in un mix di culture e sapori secondo un antico proverbio siciliano che dice «a tavula è trazzera», la tavola è una strada che unisce. «Questo è lo spirito che anima il mio lavoro – dice Mareme – consapevole della necessità di costruire una società multiculturale, colorata e aperta verso il futuro»”.

Couscous di Falilou (Senegal)
askanews ph

Il Campionato del mondo del cous cous si è svolto come di consueto all’interno del Cous Cous Fest, un festival che ha proprio nell’integrazione culturale il suo cuore pulsante. Si percepisce camminando per le strade della cittadina conosciuta nel mondo anche per luoghi incontaminati come le riserve di Monte Cofano e dello Zingaro che poco distano dal centro della località marina. Un melting pot di culture che a settembre anima, per dieci giorni consecutivi, il lungo mare e il centro storico con assaggi di cous cous (celebre quello alla trapanese preparato con il pesce, grande vanto della cucina locale), lezioni di cucina a cura di chef come Andy Luotto, Filippo La Mantia o Antonella Ricci, scoperte gastronomiche, assaggi, talk show, concerti. Ed è ormai risaputo che i granelli di cous cous, a San Vito Lo Capo, abbiano il sapore della pace: lo testimonia non solo l’atmosfera di grande amicizia e rispetto con cui le diverse nazioni si sfidano durante il campionato mondiale, ma anche la presenza, quest’anno, del team dell’Unhcr. Basim Alfatlawi, rifugiato politico in Italia, fuggito dall’Iraq a seguito delle devastazioni della prima guerra del Golfo e Jamol Ismail Ssali, richiedente asilo ugandese ospite presso il progetto di accoglienza Cas di Pinerolese e Val Chisone, gestito dai Servizi Inclusione della Diaconia Valdese, sono stati i concorrenti che hanno partecipato alla competizione servendo un cous cous realizzato con cibo di scarto donando al loro piatto un’ulteriore valenza simbolica. Entrambi i concorrenti hanno preso parte al programma «Food for inclusion» all’Università di Pollenzo, realizzato in collaborazione con l’Unhcr, che ha come obbiettivo l’integrazione culturale ed economica dei rifugiati in Italia attraverso pratiche legate al food.

«Ci felicitiamo per la partecipazione di un team di rifugiati al Campionato del mondo di cous cous sotto la bandiera dell’Unhcr», ha detto Carlotta Sami, portavoce regionale UNHCR per il Sud Europa. «È stata un’occasione unica non solo per i rifugiati di dimostrare il loro talento, ma anche per il pubblico di conoscere le loro origini attraverso la preparazione di un piatto da sempre simbolo di apertura, scambio e integrazione». Soddisfazione anche da parte del primo cittadino: «Anche quest’anno San Vito Lo Capo è tornata a essere la capitale mondiale della contaminazione tra le culture – ha detto il sindaco Giuseppe Peraino – e il cous cous il pretesto per parlare di pace e solidarietà tra popoli all’insegna del nostro motto “make cous cous not walls».

Al Senegal è andato anche il premio per la migliore presentazione del piatto, mentre per il secondo anno consecutivo gli Stati Uniti, rappresentati dallo chef Kevin Sbraga, in squadra con Vanessa Anne Beahn, si sono aggiudicati il Premio Salute e benessere. La giuria popolare, composta dai visitatori della manifestazione, ha invece assegnato il podio all’Italia, rappresentata da Giuseppe Peraino, sanvitese, in squadra con il marsalese Francesco Bonomo e Massimiliano Poli, chef ad Eataly Paris Marais che hanno preparato un cous cous a base di tre consistenze di scorfano.

SARAH SCAPARONE da La Stampa 29 Settembre 2019

https://www.lastampa.it/cronaca/2019/09/29/news/cous-cous-fest-il-senegal-si-aggiudica-in-sicilia-il-campionato-del-mondo-1.37566040

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